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Google ha confermato ai ragazzi di 9to5google di aver avviato la distribuzione (molto cauta e graduale) del suo sistema operativo Fuchsia, il cui sviluppo è noto da almeno cinque anni, sui Nest Hub di prima generazione – quelli, per capirci, che quando sono arrivati sul mercato si chiamavano ancora Google Home Hub.

Per l’utente, l’upgrade dovrebbe essere completamente trasparente e “indolore”: non cambierà assolutamente nulla. Finora gli speaker e display smart di Mountain View sono stati basati su una distro Linux creata appositamente, chiamata Cast OS; siccome le applicazioni (anche quelle con interfaccia grafica, per gli Hub) sono sviluppate con il tool multipiattaforma Flutter, la migrazione non richiede alcun tipo di ritocco.

Fuchsia è un sistema operativo open-source sviluppato tutto internamente a Google, e completamente da zero. Se ne parla dal 2016, e ancora oggi non è perfettamente chiaro quale sia l’obiettivo nel lungo termine: probabilmente la realizzazione di un sistema operativo universale e modulare, in grado cioè di girare tanto su un gadget IoT (come uno smart display o uno smartwatch, per esempio) quanto su uno smartphone o un Chromebook. Appena qualche settimana fa era emersa una certificazione Bluetooth proprio del Nest Hub di prima generazione, con a bordo “Fuchsia OS 1.0”. Si pensava a qualche sorta di kit di sviluppo, invece Google ha in un certo senso deciso di bruciare le tappe e andare dritto al rilascio ufficiale


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Di admin