CONDIVIDI:

Alla fine è successo davvero. Nel corso del keynote di apertura della WWDC 2022, Apple ha finalmente presentato l’aggiornamento che comincia a dare un senso alla gamma iPad Pro e, più in generale, a tutti i modelli basati su versioni attuali e future dei SoC di classe M, gli stessi che troviamo sui Mac della casa di Cupertino.

Nell’ultimo anno si è parlato molto del motivo per cui Apple si fosse spinta così in avanti sul fronte della potenza, dotando prima gli iPad Pro 2021, poi l’iPad Air di quinta generazione (qui la sua recensione) di una soluzione hardware così avanzata da risultare addirittura superflua per le potenzialità di iPadOS. D’altronde, sino ad oggi, iPadOS 15 presenta dei limiti software che non permettono di spingere oltre gli iPad più prestanti, che restano ingabbiati da un sistema operativo che pone paletti sin troppo rigidi per operazioni che ormai dovrebbero essere la norma, come l’utilizzo su un monitor esterno o la possibilità di accedere ad un multitasking un po’ più avanzato.

Rispetto alla nostra prova dello scorso giugno iPadOS 15 non è cambiato, se non per alcuni miglioramenti sotto il cofano che hanno posto le basi per un salto ben più marcato, come ad esempio i nuovi limiti per la RAM o la prima implementazione di Concurrency che ha migliorato lo sfruttamento delle CPU multi core. Con la presentazione di iPadOS 16 possiamo finalmente cominciare a vedere i primi frutti di un lavoro iniziato con la presentazione della prima versione di iPadOS nel 2019, ma che solo ora riesce a raggiungere un vero e proprio punto di svolta.


CLICCA QUI PER CONTINUARE A LEGGERE

Di admin