Colonial Pipeline è tornata a pieno regime: l’annuncio viene dalla stessa società di gestione degli oleodotti del sud est degli Stati Uniti che ha potuto ripristinare le attività dopo l’attacco dei giorni scorsi e il successivo pagamento del riscatto di 5 milioni di dollari (75 Bitcoin, ad essere precisi) al gruppo di hacker DarkSide.
La ripresa delle 5.500 miglia di rete ha richiesto molto tempo, considerando che la riattivazione delle prime linee è stata effettuata mercoledì scorso, 12 maggio, e che “il ritorno alle normali operazioni” è avvenuto solo diversi giorni dopo. “A partire da allora, abbiamo riportato il sistema alle normali operazioni, fornendo milioni di galloni all’ora ai mercati serviti“, ha specificato la società su Twitter. La CNBC ha però testimoniato una persistente difficoltà nel reperire carburante: sabato scorso, ad esempio, ancora l’80% delle stazioni di servizio di Washington erano a secco. Situazioni difficili, seppur non agli stessi livelli, si registrano tuttora in North Carolina, Georgia, South Carolina e Virginia.
As we previously reported, Colonial Pipeline initiated the restart of pipeline operations at approximately 5 p.m. ET on Wednesday, May 12. Since that time, we have returned the system to normal operations, delivering millions of gallons per hour to the markets we serve. pic.twitter.com/UJG7SqUxSQ
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