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Il riconoscimento facciale pare diventare sempre più un problema che una risorsa, mal digerito da parte della popolazione preoccupata della violazione della sua privacy e del rischio di fenomeni di discriminazione razziale. Si chiama Ban The Scan l’ultima iniziativa lanciata sul web ed è destinata a fare parecchio rumore, considerato che è frutto del lavoro di Amnesty International.

L’organizzazione chiede il divieto di utilizzare il riconoscimento facciale a New York, definendo la tecnologia su cui si basa “incompatibile con i diritti di base sulla privacy” e pericolosa in quanto rischia di influenzare negativamente l’attività della polizia. “Anche New York deve vietare il riconoscimento facciale, così come hanno fatto altre grandi città negli Stati Uniti“, spiega Matt Mahmoudi, ricercatore di Amnesty International. Il riferimento va alla città di Portland, l’ultima città USA in ordine di tempo ad aver vietato l’utilizzo di tecniche di riconoscimento facciale su tutto il territorio comunale, sia della Polizia, sia di privati come negozi e alberghi. Nel 2019 anche i cittadini di San Francisco erano stati chiamati a dare il loro parere sullo strumento di identificazione: il voto ha portato al divieto da parte della Polizia di utilizzare qualsiasi forma di tecnologia di riconoscimento facciale in tutta la città.

Amnesty International vuole evitare un altro caso Williams, cittadino di Detroit incarcerato ingiustamente dopo che il sistema di identificazione facciale DataWork Plus lo ha riconosciuto colpevole di aver rapinato un negozio di orologi. Peccato che il Sig. Williams si trovasse da tutt’altra parte durante l’increscioso evento. E, come questo, di casi analoghi ce ne sono centinaia, sino ai più recenti casi che hanno infiammato l’America negli ultimi mesi.


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Di admin