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L’amministrazione di Donald Trump non intende ancora cedere nella battaglia per cacciare TikTok dagli Stati Uniti, nonostante manchi meno di un mese all’insediamento del nuovo presidente Joe Biden alla Casa Bianca. Il governo USA ha depositato una mozione di appello contro la sentenza del giudice Carl Nichols di cui vi parlavamo l’8 dicembre. In sostanza, la sentenza bloccava tutte le iniziative prese in autonomia dal Dipartimento del Commercio contro TikTok, affermando che esulano dal suo campo di competenze; più nello specifico, il governo voleva imporre ai provider di telecomunicazione americani di bloccare il traffico dei dati relativi a TikTok, impedendogli di fatto di funzionare.

È la seconda volta che il governo USA ricorre in appello contro una sentenza di Carl Nichols su TikTok: nel mese di settembre il giudice aveva ordinato che il social non poteva essere rimosso dai negozi di app come Play Store e App Store, come invece volevano Trump e i suoi funzionari – almeno non così all’improvviso e senza prove concrete.

Come per molte aziende tecnologiche cinesi (vedasi Huawei, ZTE e le altre che sviluppano apparecchiature di rete), l’amministrazione Trump teme che TikTok possa essere usata dal Partito Comunista Cinese per compiere atti di spionaggio e furto di dati personali nei confronti dei cittadini e delle aziende americane. The Donald voleva TikTok fuori dagli USA o acquisito, almeno parzialmente, da una società nazionale; si sono fatte avanti, tra le altre, Oracle, Twitter e Microsoft. La situazione è tuttavia diventata molto più caotica con le elezioni presidenziali: Trump è stato molto più occupato a twittare teorie su come la sua sconfitta sia stata causata da vaste frodi elettorali, mai dimostrate.


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Di admin