Le aziende che offrono prodotti e servizi online sono spesso bersaglio degli hacker – tra i casi più recenti si ricorda quelli che hanno coinvolto Razer e Instagram. La grande mole di dati accumulati fa gola ai malintenzionati che possono impiegarli per i fini più diversi, dallo spam alle truffe. Non adottare tutte le misure di sicurezza per tutelare i dati dei propri utenti può costare molto caro, come dimostra il recente caso di Ticketmaster.
I gestori della nota piattaforma per la vendita dei biglietti di concerti ed eventi dovranno pagare la sanzione di 1,25 milioni di sterline decisa dal Garante britannico per la tutela dei dati personali (ICO) per non aver agito tempestivamente riducendo gli effetti del data breach.
L’episodio risale al 2018: gli hacker sono riusciti a violare il chatbot sviluppato da Inbenta Technologies impiegato da Ticketmaster nella sezione dedicata ai pagamenti online, ottenendo così le informazioni personali (comprese quelle sui dettagli delle transazioni) di circa – dati forniti dall’ICO – 9 milioni di clienti europei della nota piattaforma di ticketing.