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L’ultimo report di Opensignal sullo stato del mercato della telefonia in Italia prende in considerazione una finestra temporale che va da gennaio a settembre di quest’anno, e si concentra su una dinamica sempre più comune negli ultimi anni: il cambio di operatore.

Un nodo chiave del mercato attuale, che non è più in crescita da tempo ed anzi attraversa un periodo di contrazione costante: se le SIM attive a fine 2012 erano ben 94,1 milioni, oggi invece i dati aggiornati a giugno 2020 ne contano “solo” 78,1. In compenso le operazioni di portabilità del numero (MNP) ammontano a circa 3,4 milioni a trimestre negli ultimi cinque anni, a conferma del fatto che si tratta di una dinamica viva, che tiene acceso e fluido il mercato.

Ed è proprio su questo terreno che i marchi a basso costo come Iliad (che continua a crescere e conta ormai 4.700 impianti 4G attivi) e Poste Mobile stanno guadagnando quote significative a scapito dei tre brand storici Tim, Vodafone e WindTre. Che però, appunto, hanno già trovato una risposta a questa dinamica per non lasciare campo aperto a Iliad ed agli operatori virtuali indipendenti, e cioè raccogliere con i propri sub-brand ( (Kena Mobile, ho., Very Mobile) l’utenza in uscita, e magari in futuro puntare a recuperarla.


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Di admin