Il ban in USA di WeChat e TikTok doveva entrare in vigore ieri (20 settembre), ma è stato evitato in extremis. Nel caso di TikTok sono stati gli ultimi sviluppi legati all’accordo con Oracle e Wallmart a consentire di evitare il provvedimento, mentre per quanto riguarda WeChat un intervento di una corte distrettuale degli Stati Uniti ha permesso ai gestori della piattaforma di ottenere una sospensione temporanea del ban.
Più nel dettaglio, con un’ordinanza dell’ultimo minuto, Laurel Beeler, giudice della corte distrettuale di San Francisco ha ritenuto di accogliere le richieste del gruppo di utenti statunitensi che si erano opposti alla decisione dell’amministrazione Trump:
Sicuramente l’interesse generale del Governo per la sicurezza nazionale è elevato. Ma su questo aspetto – mentre il Governo ha stabilito che le attività della Cina fanno sorgere significativi timori per la sicurezza nazionale – ha fornito poche prove che l’effettivo ban di WeChat per tutti gli utenti statunitensi sia la risposta a queste preoccupazioni. E, come sottolineano i querelanti, ci sono ovvie alternative a un divieto totale, come il ban di WeChat dai dispositivi governativi, come ha fatto l’Australia, o l’adozione di altre misure per la sicurezza dei dati.
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