Il fondo australiano Macquarie Infrastructure Real Asset ha messo sul piatto circa 3 miliardi di euro per il 50% detenuto da Enel in Open Fiber, complicando di fatto il gioco di acquisizioni che dovrebbe portare alla creazione della Rete Unica. Ieri è giunta l’offerta e oggi Francesco Starace, AD del colosso energetico, dovrebbe valutarla in sede di consiglio di amministrazione.
FIBRILLAZIONI
In Cassa Depositi e Prestiti è scattato immediatamente l’allarme e infatti ieri, secondo indiscrezioni stampa, il Ministro delle Finanze Roberto Gualtieri avrebbe convocato Starace per un aggiornamento. I temi critici sono due. Da una parte la valutazione di Open Fiber da parte di Macquarie: complessivamente tra i 7 e gli 8 miliardi di euro, compreso il debito. Dall’altra la potenziale rinnovata difficoltà di CDP di mettere le mani sulla quota che le manca per ottenere il controllo su Open Fiber.
Come abbiamo già raccontato, il percorso per la costituzione della Rete Unica – denominata AccesCo – prevede la nascita di FiberCop nel 2021 (TIM, Kkr e Fastweb), poi l’inclusione della rete primaria di TIM a quella secondaria e infine la fusione con Open Fiber – grazie l’accresciuto controllo di CDP. Se però il fondo australiano dovesse trasformarsi nel nuovo interlocutore, al posto di Enel, la strada sarebbe un po’ più complicata. Sarebbe disposto a cedere totalmente o parzialmente la sua quota? E soprattutto, a quale prezzo?