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Prende un secchio di vernice bianca e la lancia contro la sua opera d’arte, un murale che rappresenta le mani di un medico o di un infermiere unite in preghiera. L’autore (e il distruttore) dell’opera è il britannico Nathan Murdoch e il gesto, simbolico, segna il passaggio della creazione dal mondo reale a quello digitale. A farla risorgere sarà infatti oltre che una stampa (in tiratura limitata ad un pezzo) la sua versione in formato NFT, vale a dire il file digitale che la rappresenta, anch’esso realizzato in un unico esemplare. Entrambe verranno venduti all’asta e il ricavato sarà devoluto al National Health Service del Regno Unito. Murdoch sottolinea:

Sostanzialmente creo arte nel mondo reale, ma successivamente la converto usando lo spazio digitale, aprendola così ad un pubblico molto più ampio.

Il fondamento di questo processo di trasformazione di un oggetto d’arte reale in uno digitale passa per gli NFT, i Non Fungible Token che permettono di contrassegnare in maniera unica un file digitale, mutuando soluzioni tecniche proprie delle criptovalute. Ciò che l’utente acquista è la proprietà del file che rappresenta l’opera d’arte, non un file qualsiasi ma solo quell’unico (nel caso di un NFT prodotto in un unico esemplare) o dei pochi (nell’ipotesi di NFT realizzati in tiratura limitata) file che sono stati prodotti e autenticati dall’autore.


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Di admin