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Era un’occasione che non potevamo lasciarci sfuggire. Per amore della tecnologia e… dei colori calcistici: due giorni a fianco di Paulo Dybala e della casa di produzione che ha girato il nuovo spot di Skrill.

Proprio così. Il servizio di pagamenti digitali fondato nel 2001 e attivo in 120 Paesi in tutto il mondo (Italia compresa), ha scelto la “Joya” per promuovere la sua carta prepagata Mastercard e ci ha invitato a Torino sul set delle riprese per capirne di più. Quanti giorni occorrono, ad esempio, quali attrezzature vengono utilizzate, quali sono gli inconvenienti del mestiere e come fronteggiarli. In poche parole come nasce uno spot pubblicitario.

TUTTO QUELLO CHE (NON) SI VEDE NELLO SPOT

Trenta secondi per vederlo, tanti mesi per realizzarlo. Lo spot pubblicitario, come buona parte dei contenuti pensati per il mondo televisivo, è solo la punta dell’iceberg, la parte visibile di un’attività che è in realtà molto più complessa e dilatata nel tempo. “Quella delle riprese video è in fin dei conti la parte più semplice del lavoro”, chiarisce Lukas Kusstatscher, CEO e Direttore di Watchsome, la società di produzione a cui Skrill ha commissionato la realizzazione tecnica dello spot:“Quando siamo sul set abbiamo già chiaro ciò che andremo a realizzare. La parte più impegnativa, quella che porta via più tempo, è quella precedente, la cosiddetta pre-produzione.


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Di admin