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Gli smartphone (e non solo) del futuro potrebbero rilevare il coronavirus SARS-CoV-2, grazie a dei piccolissimi sensori realizzati dai ricercatori di GE o General Electric, multinazionale americana. Il NIH o National Institutes of Health, una delle principali agenzie di ricerca del settore biomedico e sanitario americano, ha garantito a GE un finanziamento per sviluppare il progetto.

In concreto, GE è riuscita a miniaturizzare gli strumenti che rilevano le nanoparticelle virali che si trovano nei laboratori specializzati. La società lavora a questa tecnologia di rilevamento di nanoparticelle già da un decennio, quando il coronavirus non esisteva ancora (o per lo meno non era noto); ma dice che basta calibrare con precisione il sensore per “sintonizzarsi” sulla particella che si desidera senza ricevere interferenze da altri elementi esterni.

Il finanziamento permetterà a GE di trascorrere i prossimi due anni a rifinire i suoi prototipi, con l’obiettivo ultimo di realizzare sensori completi, grandi qualche millimetro quadrato appena, che potranno essere integrati in smartphone, smartwatch o chissà quali altri gadget smart, come purificatori d’aria o videocamere di sorveglianza.


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Di admin