L’Unione Europea intende imporre limiti sulle emissioni sempre più severi. Le case automobilistiche europee fanno sapere di essere pronte a fare la loro parte, accettando le nuove regole a patto, però, che siano legate a precisi vincoli per ogni Paese membro per quanto riguarda la creazione di nuovi punti di ricarica per le auto elettriche e di stazioni di rifornimento per i veicoli Fuel Cell.
SERVONO LE COLONNINE
In sintesi, attraverso ACEA, l’Associazione europea dei costruttori di automobili, viene chiesto all’Unione Europea che il nuovo regolamento sulle emissioni si basi su “rigorosi obiettivi di implementazione delle infrastrutture a livello dell’UE“, che rientrino all’interno della riforma della normativa sull’infrastruttura per i combustibili alternativi (Afid). Si chiede, dunque, che venga ridotto rapidamente il deficit infrastrutturale delle reti di ricarica. Nel Vecchio Continente sono attivi, oggi, circa 225 mila punti di ricarica pubblici.
Per raggiungere gli obiettivi di riduzione di CO2 nel 2030 è necessario spingere sulla diffusione delle auto a batteria ma per fare questo è fondamentale realizzare una capillare infrastruttura di rifornimento. Secondo alcune stime, per il 2030 serviranno ben 3 milioni di punti di ricarica pubblici. Le case automobilistiche stanno investendo molto nella mobilità elettrica e questi investimenti stanno dando i primi frutti.