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Nell’ultimo anno i dubbi attorno alle politiche adottate da Apple nella gestione del suo App Store si sono intensificati e l’argomento si è preso il centro della discussione pubblica questa estate, quando Epic Game ha aperto il conflitto che ha portato al ban di Fornite.

Già lo scorso giugno, comunque, l’Antitrust europeo si era attivato e aveva messo nel mirino Apple Pay e App Store, e a settembre nel Regno Unito il CMA (Competition and Market Authority) ha avviato un’indagine, che ora diventa ufficiale, con oggetto i termini e le condizioni che regolano la piattaforma di Cupertino e che potenzialmente possono configurarsi come anticoncorrenziali.

Lo scopo dell’investigazione è comprendere se Apple col suo operato abbia violato o meno il Chapter II della Legge sulla concorrenza del 1998: secondo l’antitrust UK infatti esistono “ragionevoli motivi” per ritenere che questo sia avvenuto. La pietra angolare di tutte queste perplessità legate all’App Store è come sempre il fatto che Apple riveste il duplice ruolo di arbitro e giocatore nell’ambito dello stesso contesto competitivo. Il risultato è che, non dovendo pagare commissioni a differenza degli sviluppatori terzi, si trova poi nella posizione di poter avere un margine di ricavo maggiore o uno spazio di manovra più ampio per ribassare i prezzi dei propri servizi rispetto a quelli concorrenti.


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Di admin