CONDIVIDI:

Il Wi-Fi sottomarino di riferimento internazionale parla italiano ed è stato sviluppato dalla startup Wsense. Siamo ancora agli albori del settore, ma lo spinoff dell’Università La Sapienza di Roma è promettente. L’obiettivo è quello di realizzare una rete di sensori, oggetti intelligenti, robot e droni capaci di dialogare sott’acqua aggirando tutti gli attuali limiti ambientali. Siamo nell’ambito della cosiddetta “Blue economy“, che punta a elaborare Big Data marini per il monitoraggio, e anche lo sfruttamento e la gestione sostenibile delle risorse sottomarine. A capo del progetto la prorettrice dell’ateneo Chiara Petrioli, oggi intervistata da Il Messaggero.

Le onde radio, a causa della salinità dell’acqua, consentono una propagazione limitata. Petrioli ha spiegato che il Wi-Fi tradizionale in queste condizioni normalmente non supera i 2/3 centimetri. Anche il modem acustico del MIT di Boston abbinato al wireless ottico ha fatto emergere criticità dovute alla rifrazione delle onde, i rumori generati dalle imbarcazioni e altri parametri ambientali.

La soluzione è stata quella di “passare da una comunicazione punto-punto tra due dispositivi ad una rete“. Insomma grazie all’intelligenza artificiale è stato possibile implementare un sistema adattativo, dove tra sorgente e destinatario, a seconda delle esigenze, cambiano i nodi di comunicazione intermedi. “Abbiamo sviluppato delle piattaforme software che consentono la connessione tra diversi tipi di sensori, anche di device eterogenei, come robot sottomarini o altri dispositivi di comunicazione“, ha spiegato Petrioli.


CLICCA QUI PER CONTINUARE A LEGGERE

Di admin