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Intelligenza Artificiale. Qualsiasi cosa si nasconda dietro questo termine spesso (ab)usato in campo tecnologico (e non solo), una cosa è certa: per funzionare, gli algoritmi e i sistemi che lavorano ispirandosi alle dinamiche di apprendimento e di elaborazione dell’intelligenza umana devono “nutrirsi” di dati, tanti dati. Già, ma da dove arriva tutta questa mole di informazioni, come viene gestita e soprattutto che tipo di impatto avrà sulla collettività?

Di questi e altri temi si è discusso durante l’incontro organizzato dalla cattedra di informatica giuridica dell’Università di Milano-Bicocca in collaborazione con ReD Open in occasione della Giornata europea della protezione dei dati personali. Una ricorrenza che ricade il 28 gennaio di ogni anno e coincide con l’anniversario – ieri il quarantesimo – di apertura alla firma della Convenzione 108 del Consiglio d’Europa per la protezione al trattamento automatizzato dei dati personali.

Durante l’incontro, il tema della tutela della privacy è stato analizzato in base alle sue declinazioni nelle più disparate categorie merceologiche: dalla sanità all’istruzione, passando per la biometria, la finanza, il marketing, l’ambiente, l’informazione e molti altri. Ma è sull’Intelligenza Artificiale che vogliamo soffermarci.


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Di admin