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Non è una marcia indietro vero e propria, questo no: ma WhatsApp ha deciso di far slittare in avanti di tre mesi, e dunque dall’8 febbraio al 15 maggio, la data ultima entro la quale sarà necessario per tutti gli utenti aver accettato la revisione dei termini sulla privacy (se volete farvi un’idea più chiara della vicenda, c’è il nostro articolo di approfondimento).

Il polverone che si è sollevato nell’ultima settimana attorno all’app ha spinto la crescita di alternative come Telegram, che ha guadagnato 25 milioni di utenti in 72 ore, e Signal, che ha superato velocemente i 50 milioni di download. Ma soprattutto hanno costretto WhatsApp a prendere posizione ed esprimersi per tentare di rassicurare il pubblico e fare chiarezza: così è arrivata la pubblicazione di una pagina di FAQ interamente dedicata alla questione.

Una contromisura che non è bastata ad arginare la marea montante della polemica, a quanto pare: e così i vertici della società, che appartiene a Facebook, devono aver pensato che la cosa migliore al momento fosse tentare di far placare le acque. Come? Semplicemente lasciando passare del tempo, e spostando più in là l’orizzonte del cambiamento, che forse era troppo prossimo e poteva risultare quindi costrittivo. Così, nel frattanto, ci sarà modo e spazio per strutturare una strategia comunicativa più efficace e indorare la pillola: oppure sperare semplicemente che l’attenzione sul tema svanisca. Anche se poi probabilmente a maggio sarà destinata a riaccendersi.


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Di admin