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Dopo diversi mesi di tentativi e prove, la sonda termica Mole della missione Insight ha concluso il suo compito senza centrare il suo obbiettivo principale: misurare la temperatura del pianeta a 5 metri di profondità.

Si tratta della sonda di temperatura, altrimenti nota come Heat Flow and Physical Properties Probe o HP3: lo strumento è stato sviluppato dal centro aerospaziale tedesco (DLR) e soprannominato “Mole”, e avrebbe dovuto agire proprio come una specie di “talpa robotica” scavando nel terreno usando un martello simil-pneumatico per cercare di raggiungere una profondità di circa 5 metri. Tale profondità non è mai stata raggiunta da alcuna missione precedente: si pensi che il lander Viking 1 della NASA aveva scavato per soli 22 centimetri, mentre il “cugino” di InSight, ovvero il lander Phoenix, era arrivato a 18 centimetri.

Già a febbraio del 2020 si era tentato invano un ripristino dello strumento, che ha continuato a sprofondare in modo inaspettato. Infatti, il comportamento anomalo del terreno ha privato la talpa appuntita dell’attrito di cui ha bisogno per martellarsi a una profondità sufficiente. Dopo aver posizionato la parte superiore della talpa a circa 2 o 3 centimetri sotto la superficie, il team ha provato un’ultima volta a utilizzare una paletta sul braccio robotico di InSight per raschiare il terreno sulla sonda e comprimerlo per fornire ulteriore attrito. La sonda ha effettuato un ultimo tentativo sabato 9 gennaio, effettuando altri 500 colpi di martello senza alcun progresso.


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Di admin