Torniamo a parlare di cybersicurezza, e lo facciamo riferendoci al nostro Paese attraverso i dati forniti da Trend Micro. Nell’ultimo rapporto viene evidenziato come le aziende italiane siano a “rischio arancione” (ormai il semaforo giallo-arancione-rosso spopola dappertutto…), ovvero con elevate possibilità di attacchi o di violazioni da parte di hacker.
Lo studio rientra in una più vasta iniziativa di mappatura delle aziende di tutto il mondo secondo il Cyber Risk Index (CRI), indicatore che misura la differenza tra il livello attuale di sicurezza di un’azienda e la sua probabilità di essere attaccata:
La scala va da -10 (valore di rischio più alto, rosso) a +10 (valore di rischio più basso, verde), e i valori intermedi indicano rischi elevati (arancione), moderati (giallo) e bassi (verde). Ebbene, nel mondo siamo a -0,41, ovvero in zona arancione (rischio elevato), così come l’Italia (-0,13). Chi sta peggio sono gli Stati Uniti, addirittura a -1,07, mentre all’opposto le più sicure in zona verde sono i Paesi asiatici con un -0,02. Zona gialla invece per alcuni nostri vicini di casa: Germania e Regno Unito riportano infatti un rischio moderato.