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Anche durante questa seconda ondata della pandemia lo smart working rappresenta uno degli strumenti più utili per contenere i contagi. E sempre in questa seconda fase dell’emergenza sanitaria emerge con chiarezza come il virus abbia modificato in pochi mesi il modo di lavorare degli italiani. Circoscrivendo l’ambito di osservazione ai dipendenti delle piccole e medie imprese emerge che quasi 3 dipendenti su 4 (70%) non sarebbero disposti a tornare a lavorare come si faceva nella fase pre Covid; quasi 1 su 3 (31%) considera inoltre il lavoro a distanza uno dei principali benefici emersi durante la pandemia.

Sono questi alcuni dei dati salienti emersi dalla ricerca Kaspersky su un campione di oltre 8.000 PMI (italiane e non)*. Da un lato i vertici delle aziende hanno trovato nel lavoro a distanza la soluzione per continuare a portare avanti l’attività evitando di restare paralizzati a causa dei contagi in azienda; dall’altro i dipendenti hanno avuto diversi mesi per apprezzare i vantaggi di un metodo di lavoro che (se ben gestito) permette di avere più tempo a disposizione per sé e per le persone care, ma anche un indubitabile risparmio di spesa perché azzera le spese legate agli spostamenti da e verso il luogo di lavoro.

Per quanto riguarda i principali vantaggi legati al nuovo modo di lavorare diffuso durante la pandemia, solo una minima percentuale dei dipendenti intervistati (5%) non ne riscontra alcuno, mentre quasi 1 intervistato su 2 lo individua nella possibilità di trascorrere più tempo in famiglia (46%) e nel risparmio di spesa (37%).


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Di admin