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Le scuole riaprono, e sono più fragili di prima. Non solo perché la pandemia mette a rischio il regolare svolgimento delle lezioni, ma anche perché nei mesi di giugno e luglio in tutto il mondo gli istituti scolastici e accademici sono stati oggetto, a livello globale, di un’intensa ondata di attacchi hacker proprio in vista del ritorno in classe, virtuale o meno. L’esplosione forzata dello smart working didattica a distanza, che passa necessariamente attraverso internet, ha aperto nuovi scenari, e particolarmente vulnerabili.

Secondo le statistiche raccolte da Counterpoint, in Europa tra luglio e agosto il numero medio di attacchi settimanali verso un’organizzazione nel settore accademico è cresciuto del 24% rispetto ai mesi precedenti, arrivando a 793. Un esempio eclatante lo abbiamo avuto proprio qui in Italia, col caso che ha colpito l’Università di Tor Vergata.

In particolare, si tratta di tentavi di Information Disclosure: vale a dire attacchi che puntano ad acquisire informazioni specifiche del sistema dietro a un sito web, e segnatamente quelle relative alla distribuzione del software, i numeri di versione e i livelli delle patch. Tra le informazioni acquisite, inoltre, possono rientrare anche la posizione dei file di backup e di quelli temporanei. Ovviamente, tanto più sono le informazioni acquisite, tanto più facile risulterà poi impiegarle per compromettere il sistema.


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Di admin