Una delle polemiche più turbolente del mondo tech è quella che vede da una parte Apple e Google, e dall’altra gli sviluppatori: al centro ci sono le commissioni sugli acquisti in-app, ritenute troppo alte e in grado di produrre un contesto anticoncorrenziale. Sicuramente lo scontro frontale tra Epic Games e Cupertino relativamente al ban di Fortnite nel corso di questa estate ha acceso i riflettori mediatici su una questione che già da tempo realtà come Spotify avevano sollevato, senza ottenere molto.
Apple questo novembre ha concesso una prima apertura agli sviluppatori, accettando di dimezzare le commissioni dal 30 al 15% ma solo per le realtà più piccole, e oggi Google ha annunciato che adotterà una misura analoga.
Anche nel caso di Google la percentuale trattenuta da tutte le transazioni avvenute tramite la piattaforma ammonta normalmente al 30%: a partire dal 1° luglio 2021 verrà ridotta al 15% ogni anno per tutti gli sviluppatori (grandi e piccoli) ma solo fino al primo milione di dollari di entrate. Superata quella soglia, le commissioni sui guadagni successivi torneranno ad essere del 30% fino all’anno successivo. Con questa misura, precisa Google, il 99% degli sviluppatori (che guadagna quindi meno di un milione di dollari all’anno) non dovrà mai pagare più del 15% al colosso di Mountain View.