L’Agenzia delle Entrate è finita nel mirino di LockBit, il gruppo di hacker russi che afferma di aver concluso con successo un attacco ai danni dei suoi sistemi informatici. Il bottino si tradurrebbe in 78 gigabyte di dati (documenti, scansioni, rapporti finanziari e contratti) di cui il gruppo minaccia di rivelare il contenuto, se non otterrà entro 5 giorni il pagamento del riscatto – al momento non è chiara la misura del medesimo. La vicenda è al momento oggetto di accertamenti da parte della Polizia Postale e dai tecnici dell’Agenzia delle Entrate.
Per ora è difficile stabilire che dati sarebbero stati sottratti (documentazione interna dell’Agenzia o anche informazioni sensibili dei cittadini?) ma gli hacker promettono di divulgare un sample nelle prossime ore e sottolineano che il fatto risale ai mesi scorsi – non si può escludere a priori che la vicenda non sia collegata al blackout verificatosi a fine marzo, anche se in quell’occasione però l’Agenzia aveva confermato l’ipotesi del guasto tecnico.
ATTACCHI IN AUMENTO, OBIETTIVO GUADAGNI… E NON SOLO
A portare all’attenzione dei media l’accaduto è stato Pierguido Iezzi, CEO di Swacan (polo della cybersicurezza del Gruppo Tinext), spiegando come il gruppo sia tra i più attivi nel portare attacchi ransomware. Un trend in ascesa soprattutto nei confronti della pubblica amministrazione: