Lo scontro tra Elon Musk e Twitter, nato in seguito alla dichiarazione della volontà di non procedere con l’acquisizione del social annunciata ad aprile, sta vedendo la discesa in campo di un terzo attore che potrebbe ribaltare ancora una volta la situazione, ovvero la Securities and Exchange Commission.
Negli ultimi giorni, più precisamente lo scorso 9 luglio, Musk ha confermato di non essere più interessato a concludere l’operazione da 44 miliardi di dollari a causa del fatto che la piattaforma non ha fornito un dato preciso riguardo il numero di account fasulli presenti sul social. O meglio, Musk non è soddisfatto dei criteri adottati dall’azienda per calcolare questo valore, motivo per cui ha definitivamente posto un freno alle procedure di acquisizione, scatenando l’ira dei legali di Twitter che ora gli chiedono di onorare l’accordo o di pagare una multa a causa della rescissione unilaterale.
Che i dati sugli account falsi siano determinanti o meno per l’operazione è un dettaglio su cui non entriamo nel merito, anche perché pare che la questione del presunto illecito di Musk abbia origini precedenti al 9 luglio e debba essere ricercata addirittura nelle dichiarazioni rilasciate dal patron di Tesla già a metà maggio, quando aveva cominciato a far trapelare le sue intenzioni di non voler rispettare l’accordo.