GameStop lo pianificava già da tanto tempo, ma il lancio del suo marketplace di NFT non poteva arrivare in un momento peggiore: nel mezzo di una crisi decisamente grave che coinvolge l’intero settore, causando licenziamenti, bancarotte e il crollo del valore delle principali crypto (ETH è sceso di addirittura il 70% rispetto al suo picco di qualche mese fa). Il marketplace è disponibile all’indirizzo https://nft.gamestop.com/, ma al momento non sembra raggiungibile – non è chiaro se per problemi tecnici di configurazione o per il troppo traffico.
La scelta di GameStop di buttarsi in un settore così nuovo e volatile come quello degli NFT può sembrare azzardata, ma in un certo senso comprensibile se si considera la situazione delicata in cui si trova. La società si è affermata sul mercato come venditrice di copie fisiche dei videogiochi, ma ormai sempre più giocatori si rivolgono ai marketplace online – trend che da una parte non poteva inseguire (le console hanno i propri store integrati), e che dall’altra si è fatta sfuggire (nel mondo PC si è affermato Steam, poi sono arrivati tanti altri concorrenti). Nonostante la stranissima situazione finanziaria in cui si è trovata un paio d’anni fa, GameStop fatica a fatturare, e le serve un sistema per rilanciarsi.
Quando la società aveva deciso di buttarsi negli NFT, il mercato era florido: nonostante i molti scetticismi, l’anno scorso l’intero settore ha generato la bellezza di 25 miliardi di dollari di introiti. Tuttavia, per colpa del calo delle crypto il volume di affari si è ridotto in modo significativo. Per esempio, su OpenSea le vendite di token non fungibili sono scese da 2,5 miliardi di dollari a maggio ad appena 696 milioni di dollari a giugno. Aziende come appunto OpenSea, che ormai hanno un certo livello di solidità, possono far fronte alla crisi (ammesso e non concesso che prima o poi si riprenda, chiaramente), ma per un debuttante come GameStop la partenza non potrebbe essere più brusca.