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Era il 27 giugno del 1972 quando Nolan Bushnell e Ted Dabney fondarono Atari, un nome che all’orecchio dei videogiocatori suona come una melodia 8bit, e che in realtà è quello di una mossa del gioco strategico cinese Go: “atari” significa infatti che le pietre di un giocatore rischiano di essere prese dall’avversario.

Prima di dare vita ad Atari, nel 1971, Bushnell e Dabney avevano rilasciato il primo videogioco commerciale arcade in assoluto, ovvero Computer Space. Ma fu solo con Atari e l’aiuto dell’ingegnere progettista Al Alcorn che arrivò il successo travolgente di una pietra miliare della storia del medium: Pong.

L’INIZIO DELLA FINE

Dopo aver acceso ed espanso il mercato arcade, Atari ha poi dato una spinta decisiva all’ingresso dei videogiochi nelle case di milioni di famiglie con la sua prima console domestica, l’Atari VCS, in seguito ribattezzato Atari 2600. E per paradosso è stato proprio il successo del prodotto a causare una crisi da cui l’azienda non si sarebbe più ripresa: il mercato dei videogiochi infatti finisce per saturarsi di titoli che, complice le limitazioni dell’hardware e la scarsa esperienza dei programmatori, si rivelano essere di qualità bassissima (qualcuno ricorderà sicuramente le leggende che circolano attorno alle 4 milioni di copie del terribile E.T. seppellite nel deserto di Alamogordo…), e nel 1983 il settore intero incontra una profonda crisi.


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Di admin