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Quando si parla di mobilità è doveroso considerare uno dei suoi momenti cardine: la sosta, attrice co-protagonista nel grande scenario della ridefinizione della mobilità urbana non meno degli stessi veicoli che percorrono ogni giorno le vie della città. Dopotutto, la genesi di un viaggio comincia e termina proprio con la stasi, che al giorno d’oggi assume contorni sempre più tecnologici.

Lo sa bene EasyPark, che ha fatto della sosta e di una sua gestione funzionale, interamente digitale, il suo cuore pulsante. L’azienda svedese, nota per l’applicazione che consente di pagare tramite smartphone i parcheggi in città, negli ultimi anni ha messo a segno numeri da record e una lista crescente di comuni aderenti, che oggi in Italia sono 600, concedendo a un gran numero di automobilisti il lusso di sostituire la caccia al parcometro sui marciapiedi e le odiose monetine con un comodo tap sul proprio telefono.

Di passi avanti, dai tempi della nostra recensione (correva l’anno 2016), ne sono stati fatti innumerevoli, e da semplice applicazione per il parcheggio, ora integrata nei sistemi di infotainment di buona parte del parco auto mondiale (per ultimo Android Auto), si è evoluta in un ecosistema florido e più che mai necessario nella complessità del traffico cittadino. Quest’ultimo non si limita a strizzare l’occhio ai conducenti, ma anche agli enti amministrativi, alle aziende e agli operatori della sosta, per agevolarli nel pianificare e gestire i parcheggi e (ri)formulare politiche di sosta che riducano il traffico e rendano più funzionale la circolazione in città.


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Di admin