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Alla crisi pandemica segue la crisi degli approvvigionamenti. E riguarda molti più settori di quanto si possa immaginare. Ciò che un tempo si veniva a sapere solo grazie alle immagini dei giornali che mostravano gli scaffali vuoti nei paesi dell’ex blocco sovietico, oggi può essere ripetutamente osservato in tutti i supermercati. E rimarrà così per molto tempo. Perché l’abbondanza ha appena preso un congedo destinato a durare.

COSA SIGNIFICA QUESTO PER IL NOSTRO FUTURO?

Da un lato, innanzitutto, qualcosa di positivo. Perché fa capire a tutti che gli sprechi e le pressioni meschine sui prezzi appartengono al passato. La qualità torna ad avere un valore. I consumatori cominciano a capire che è stupido comprare spazzatura e non ottenere nulla in cambio. Non conta più dire “se compri a buon mercato, compri due volte”, perché non ci sono abbastanza prodotti scadenti da comprare due volte.

Da questo punto di vista, la crisi è positiva anche per l’ambiente. Dall’altra parte, la nostra vita diventerà molto più impegnativa. Non è una buona notizia per i paesi europei, che sono stati viziati per anni. I paesi in stato di crisi permanente sono più abituati a gestire in modo flessibile tali difficoltà.


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Di admin