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La pelle dei robot potrebbe essere molto simile alla nostra. Un team di scienziati dell’Università di Tokyo guidato dal Prof. Shoji Takeuchi, infatti, è riuscito con successo a rivestire un dito robotico con una pelle fatta di cellule umane vive con tanto di proprietà autorigeneranti: un risultato che arriva a pochi giorni di distanza dalla notizia dello studio condotto dall’Università di Oxford che ha invece sperimentato – sempre con esito positivo – la possibilità per le cellule umane di essere coltivate su uno scheletro robotico.

L’equipe giapponese per prima cosa ho costruito il dito robotico motorizzato in grado di piegarsi e raddrizzarsi: una scelta orientata a testare l’elasticità dei tessuti una volta applicati. Il dito è stato quindi immerso in un cilindro contenente una soluzione composta da collagene e cellule di fibroblasti dermici umani, ovvero i componenti principali dei tessuti connettivi della nostra pelle. Per via delle sue proprietà, questa soluzione si restringe e si adatta ai contorni del dito: in questo modo ha così formato un rivestimento in idrogel omogeneo, privo di interruzioni.


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Di admin