È passato quasi un mese dallo scoppio, figurato s’intende, della seconda bomba, dopo la prima che deflagrò quando Musk annunciò di aver comprato Twitter con un investimento monstre. A metà maggio il magnate sudafricano mise bruscamente in pausa l’acquisizione: “Attendo dettagli (numeri, ndr) a supporto del calcolo secondo cui il rapporto tra account spam/falsi sia effettivamente inferiore al 5%”, come hanno sempre dichiarato – anche recentemente – i vertici di Twitter.
Dai piani alti dell’uccellino blu non sono però giunte rassicurazioni, o almeno non quelle che avrebbero convinto Musk a percorrere le tappe per portare a termine l’affare da 44 miliardi di dollari. Così oggi si è passati ai fatti. Il team di avvocati del numero uno di Tesla ha inviato a Twitter una lettera nella quale sostiene di non aver ricevuto dettagli sulla piaga dei bot ai quali ha diritto secondo l’accordo firmato sul finire di aprile, che ormai sembra lontanissimo.
Ecco uno snodo cruciale della lettera scritta dai legali di Musk: