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Nell’universo della fotografia amatoriale, il comparto dell’istantanea è più in fermento che mai. Il fascino dello scatto fisico, da toccare e rimirare con le mani oltre che con lo sguardo, non si è mai piegato all’incedere di tecnologie e tendenze. Questo anche grazie a dispositivi dal sapore retrò ma dallo spirito avanguardistico che soddisfano sia i campioni di tuffi nel passato analogico fatto di pellicole e stampe, sia i neofiti incuriositi da un modo più anacronistico di catturare l’immagine della realtà.

E se le “Polaroid”, erroneamente assimilate per antonomasia a uno marchi più attivi del settore, stanno vivendo una nuova età dell’oro, non è solo per merito degli amatori del genere (tra cui spiccano soprattutto i giovanissimi) ma anche dei produttori sempre pronti a sfornare nuovi modelli e soluzioni.

Lo sa bene Fujifilm, tra le aziende di riferimento del segmento, che a pochi mesi dal lancio della Instax mini 40 e della Instax Link Wide, porta sul mercato Instax mini Evo Hybrid, un’istantanea ibrida con molta personalità che fa da erede della Mini Li Play. È stata la mia fedele compagna di viaggio a Barcellona durante il Mobile World Congress in abbinata alle pellicole Instax film Macaron e ve ne parlo in questa recensione.


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Di admin