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Samsung sta contribuendo allo sviluppo di Google Fuchsia, il sistema operativo open-source che il colosso di Mountain View sta costruendo completamente da zero e basandosi solo su proprie tecnologie da quasi cinque anni ormai. Se ne sono accorti ieri i ragazzi di 9to5google spulciando il codice sorgente del sistema e notando delle stringhe di uno sviluppatore con un indirizzo email aziendale @samsung.com. Tuttavia, oggi i riferimenti sono stati rimossi, come potete vedere nell’immagine qui di seguito.

La fonte riporta che lo sviluppatore di Samsung “scomparso” aveva lavorato all’implementazione del suo filesystem F2FS, ovvero “Flash-Friendly File System”: è una tecnologia che nel corso degli anni è diventata molto popolare nel mondo Android; diciamo un’alternativa credibile al tradizionale ext4 nato nel mondo Linux prima dell’avvento degli smartphone.

F2FS non si trova solo nei dispositivi Samsung: Motorola ne è un’utilizzatrice storica fin dalla sua presentazione nel 2012, Google l’aveva adottato nel tablet Nexus 9 e poi ci è tornata con il Pixel 3, Huawei e OnePlus lo impiegano dal 2016 (con, rispettivamente, il P9 e il 3T), ZTE nel 2019. Google Fuchsia ha una propria implementazione di file system, ed è piuttosto radicale rispetto a quanto visto finora; è probabile quindi che l’integrazione di F2FS sia per fini di compatibilità/capacità di lettura da media e dispositivi esterni.


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Di admin