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Apple è nuovamente al centro di una causa legale che riguarda il suo ruolo dominante all’interno dell’ecosistema iOS, garantitole dal completo controllo di App Store. Mentre negli USA si combatte una lotta senza esclusione di colpi tra Cupertino ed Epic, un nuovo fronte è stato aperto nel Regno Unito, dove è stato dato il via ad una class action nei confronti della casa della Mela morsicata, accusata di aver causato un ricarico dei prezzi del 20% ai danni dei consumatori.

Al centro di tutto ci sono le solite commissioni del 30% richieste da Apple su ogni vendita effettuata nell’App Store (che deve necessariamente passare attraverso iTunes), fatto che ha portato – secondo i calcoli del collettivo che sta sostenendo la class action – ad un “livello di profitto esagerato e illegale” per Apple. La richiesta che viene fatta è quella di un sostanzioso risarcimento in favore di tutti i possessori iPhone e iPad del Regno Unito, per un totale di 1,5 miliardi di sterline.

A guidare l’azione legale troviamo Rachel Kent, esperta in economia digitale e docente al King’s College di Londra, la quale riconosce il ruolo avuto da App Store nello sviluppo di servizi innovativi che hanno agevolato la vita di milioni di utenti, ma che ora – a 13 anni dal lancio del primo iPhone e a 12 da quello di App Store – è diventato troppo stringente e impone costi elevati che vengono considerati “totalmente ingiustificati”.


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Di admin