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Il crowdfunding piace ai consumatori, a tal punto che sono disposti anche a pagare di più per un prodotto realizzato mediante questa forma di finanziamento. Lo rivela uno studio pubblicato dal Journal of Marketing Research di cui è co-autore Oguz A. Acar professore associato di marketing della Business School. Il rapporto contiene spunti interessanti per comprendere i contorni di un fenomeno che si intreccia spesso con il mondo della tecnologia, visto che tanti dispositivi elettronici nascono proprio attraverso il crowdfunding.

Da sapere: il crowdfunding è una raccolta fondi, in molti casi realizzata tramite Internet, grazie alla quale gli utenti si riuniscono in gruppi per supportare economicamente lo sviluppo del progetto verso il quale hanno un interesse comune. Spesso i progetti finanziati sono proposti da piccole startup e presentano un non trascurabile margine di rischio. Il crowdfunding è un’alternativa ai venture capitalist, che gestiscono fondi di investimento in settori dall’elevato potenziale e dall’altrettanto elevato rischio.

QUESTIONE DI PERCEZIONE

Una delle ragioni per cui gli utenti – secondo lo studio – sarebbero disposti a pagare anche il 21% in più per un prodotto realizzato tramite il crowdfunding riguarda la percezione che il consumatore ha di chi ricorre a questa forma di finanziamento. Non è un grande colosso che si rivolge alle banche, non un’azienda che bussa alla porta dei venture capitalist, è una piccola startup che stabilisce un rapporto diretto con i consumatori, chiedendo di credere nel progetto e di finanziarlo. In sintesi, un soggetto debole da aiutare. Questa circostanza sembra produrre effetti positivi sul piano del marketing. Dallo studio è infatti emerso:

Gli esperimenti – 13 in totale, a cui hanno partecipato 6.495 persone – hanno riscontrato fino al 52% di preferenza per lo stesso prodotto quando è finanziato dal crowdfunding rispetto a quando è finanziato dal venture capital.


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Di admin