CONDIVIDI:

Il Garante per la protezione dei dati personali ha espresso un parere negativo rispetto all’ipotesi di impiego di un sistema di riconoscimento facciale prospettata dal Ministero dell’Interno. Il riferimento va a Sari Real Time, ritenuto dal Garante uno strumento privo di fondamento giuridico per quanto riguarda il trattamento automatizzato dei dati biometrici e che darebbe il via ad una forma di sorveglianza definita indiscriminata e di massa.

La posizione è in linea con le perplessità espresse a livello europeo. Recentemente anche Amnesty International si è espressa negativamente questa tecnologia ritenuta contraria ai diritti umani (quello alla privacy nello specifico).

SARI REAL TIME: DI COSA SI TRATTA

La doverosa premessa è che il sistema, pensato per agevolare l’attività di prevenzione e repressione dei reati, non è ancora attivo – e, alla luce del parere del Garante, difficilmente lo sarà a breve. Sari Real Time utilizza una serie di telecamere installate in una determinata area geografica per analizzare in tempo reale i volti ripresi, mettendoli a confronto con quelli presenti in un banca dati, definita watch-list, che ne può contenere sino a 10.000. Se gli algoritmi software individuano una corrispondenza, il sistema invia una notifica alle forze di Polizia. Sari Real Time è una soluzione mobile, installabile ovunque sia necessario soddisfare esigenze di ordine e sicurezza pubblica. Oltre a rilevare e riconoscere i volti, il sistema è in grado di registrare le immagini svolgendo così funzioni di videosorveglianza.


CLICCA QUI PER CONTINUARE A LEGGERE

Di admin