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La FTC ha deciso di mollare la battaglia legale contro Qualcomm per le accuse di monopolio e concorrenza sleale nel settore degli smartphone: non si rivolgerà alla Corte Suprema per rivalutare ulteriormente il caso. L’intera situazione risale a qualche anno fa ormai: le indagini della FTC, iniziate nel 2017, avevano rilevato tre modi in cui il comportamento del chipmaker americano poteva creare problemi nel settore:

  • si rifiutava di vendere chip se il cliente non pagava anche per le licenze di sfruttamento di certi brevetti
  • si rifiutava di concedere in licenza ai concorrenti alcune tecnologie chiave secondo il cosiddetto principio FRAND (Fair, Reasonable, Non-Discriminatory)
  • imponeva dei prezzi troppo alti per le royalty, basandosi sul prezzo di listino del dispositivo completo invece che dei soli componenti sviluppati da Qualcomm

In prima battuta, la giudice Lucy Koh aveva dato ragione all’accusa; Qualcomm ha prevedibilmente fatto ricorso, e quest’estate la corte di appello aveva ribaltato la decisione di Koh. A questo punto la FTC avrebbe dovuto rivolgersi alla Corte Suprema per un giudizio definitivo, ma l’attuale presidente Rebecca Kelly Slaughter ha deciso diversamente.

Nel suo comunicato, Slaughter, che al momento dell’inizio delle indagini non lavorava per la FTC, dice che l’agenzia è ancora convinta che Qualcomm sia nel torto, ma che per portare avanti il procedimento bisognerebbe affrontare “significativi venti contrari“, lasciando intendere che il gioco non varrebbe la candela. Probabilmente il riferimento è al Dipartimento di Giustizia americano, che aveva preso le parti di Qualcomm, probabilmente per evitare che gli Stati Uniti perdessero la supremazia sul 5G in favore della Cina. L’agenzia promette che continuerà a vigilare con molta attenzione sul mercato.


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Di admin