Dalla GIF di un gatto che lascia dietro di sé una scia arcobaleno al primo tweet della storia, passando per un quadro digitale composto da 5mila immagini, ma anche video e brani musicali: oggi in Rete tutto ciò che si crea si può vendere “sotto forma” di NFT.
Un acronimo che non vi suonerà nuovo (è stato da molti definito l’argomento del mese) e che avrete sicuramente letto in relazione a due note personalità che hanno amplificato a dismisura il fenomeno: Jack Dorsey, fondatore e CEO di Twitter, che ha di recente venduto all’asta il suo primo tweet come NFT per la modica cifra di 2,9 milioni di dollari, e l’onnipresente Elon Musk, estimatore accanito delle criptovalute, che ha prodotto un brano di musica elettronica come NFT (dal titolo omonimo) che metterà presto in vendita.
Sono in realtà migliaia i nomi associati a questa nuova “ossessione”. Quello degli NFT, infatti, è un mercato che sta crescendo a un ritmo vertiginoso: nel 2020 il giro d’affari complessivo ha toccato i 250 milioni di dollari, circa il quadruplo rispetto all’anno precedente, come riportano i dati di NonFungible Corporation e dell’Atelier Bnp Paribas.