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Capita spesso in rete di leggere titoli sensazionalistici sugli asteroidi, spesso legati a presunti rischi di impatti catastrofici con la Terra, eppure è bene ricordare che nella maggior parte dei casi in cui un asteroide viene definito “potenzialmente pericoloso”, le percentuali che questo possa prima o poi impattare con il nostro pianeta sono quasi sempre estremamente basse. Anche Bennu, l’antico asteroide protagonista del touchdown di Osiris-REx, è classificato tra i corpi rocciosi che rappresentano un rischio per la Terra, tuttavia la possibilità che questo impatti sulla Terra tra il 2175 e il 2199 è solo di 1 su 2.700.

Sebbene la mappatura dei corpi rocciosi potenzialmente pericolosi per il nostro pianeta sia in costante evoluzione, ad oggi non sono stati identificati asteroidi in rotta di collisione nel breve termine. Tra gli asteroidi che preoccupavano maggiormente la NASA c’era Apophis, un corpo roccioso dal diametro stimato di circa 300 metri che venne scoperto nel 2004.

I primi calcoli indicarono l’allarmante percentuale di rischio di impatto ed uno scomodo avvicinamento al nostro pianeta già a partire dal 2029, che avrebbe portato Apophis ad avere 1 possibilità su 37 di colpire la Terra nel 2068. Numeri che tutto sommato apparivano bassi, ma non inconsistenti e come tali portarono ad una sua classificazione di asteroide “potenzialmente pericoloso”. Se già successive osservazioni risalenti al 2013 ridimensionarono di molto questa possibilità, è notizie recente che la NASA ha ricalcolato il suo percorso dichiarando Apophis del tutto inoffensivo.


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Di admin