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Il 17 marzo la Commissione Europea ha presentato la proposta della creazione di un Certificato verde digitale che possa consentire una libera e sicura circolazione dei cittadini UE entro i confini comunitari: al tema abbiamo già dedicato un primo approfondimento. A quasi dieci giorni di distanza, il Parlamento Europeo ha fatto ricorso alla procedura d’urgenza con lo scopo di creare quindi un “passaporto sanitario” al più presto, e consentirne l’adozione entro l’estate.

Nello specifico, è stata applicato l’articolo 163 che permette un’accelerazione dell’esame parlamentare di cui sono oggetto le proposte della Commissione, senza però tradirne le prerogative democratiche. Nella giornata di mercoledì, durante il dibattito in plenaria, la grande maggioranza dei deputati si è espressa favorevolmente rispetto all’ipotesi della rapida creazione del Certificato verde digitale. La proposta include anche una clausola complementare che riguarda i cittadini di Paesi terzi che soggiornano oppure sono residenti legalmente in UE, ed è stata approvata con 468 voti favorevoli, 203 contrari e 16 astensioni.

Ma quali sarebbero le informazioni contenute da questo “passaporto sanitario”? Non ci saranno infatti solo quelle relative alla vaccinazione, ma verranno inclusi anche eventuali esiti negativi di test effettuati di recente, così come la certificazione di un precedente contagio da Covid-19 (che se non troppo indietro nel tempo è una buona garanzia di immunità).


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Di admin