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La lotta di Facebook alla disinformazione continua senza sosta: appena ieri sera la società ha dichiarato di aver eliminato la bellezza di 1,3 miliardi di account fasulli tra ottobre e dicembre 2020 – periodo particolarmente delicato, caratterizzato dalle elezioni presidenziali negli Stati Uniti, in cui con ogni probabilità potenze straniere hanno cercato di interferire, come era successo nel 2016 (in effetti diverse accuse sono già state mosse alla Russia).

Gli account fasulli sono il sistema ideale per diffondere disinformazione e pilotare (o almeno provare a pilotare) l’opinione pubblica. Le operazioni vengono condotte generalmente da quelle che Facebook chiama reti di CIB (Coordinated Inauthentic Behaviour), che possono essere organizzate da entità nazionali o straniere; oltre 100 di queste reti sono state smantellate negli ultimi tre anni.

UNA RETE DI FACT CHECKER GLOBALE

Facebook ha anche spiegato che impiega oltre 80 fact checker indipendenti in tutto il globo che verificano e valutano contenuti prodotti in oltre 60 lingue. Pare tra l’altro che la tecnica di inserire un messaggio di avvertimento quando un post o un link condiviso contiene bugie funzioni bene: circa il 95% delle persone non li apre o non li legge. In compenso, i cosiddetti Centri di Informazione, organizzati ad hoc da Facebook per gli eventi più importanti a livello mondiale (per esempio le elezioni stesse, i vaccini e il coronavirus) permettono agli utenti di accedere in modo semplice a informazioni di qualità, attendibili e chiare.


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Di admin