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La Cina risponde ai ban americani mostrando i muscoli e presentando il suo piano quinquennale in ambito tech. É il Wall Street Journal a riportare il resoconto dell’incontro avvenuto tra i più alti funzionari dello Stato, in cui sono state prese decisioni che potrebbero incidere – e non di poco – sugli equilibri economici dei prossimi anni a livello globale.

Da qui al 2025 Pechino aumenterà la spesa annua in ricerca e sviluppo del 7% (solo nel 2020 la Cina ha speso 23 miliardi di dollari in R&S) ed elaborerà un piano per facilitare gli investimenti, estendere gli incentivi fiscali e favorire i prestiti bancari. I piani quinquennali non sono affatto una novità per la Cina – anzi, sono l’essenza della sua economia pianificata – ma mai come ora è stata rivolta particolare attenzione al settore tech in tutte le sue espressioni. Tecnologie avanzate, intelligenza artificiale e calcolo quantistico: su questi aspetti si concentrerà il Paese intero, determinato nel cammino verso la totale indipendenza dall’estero – vedasi il caso di Huawei con i chip – e nella volontà di assumere una posizione indiscussa di leadership sul mercato globale.

La volontà è dunque quella di creare ex novo una intera filiera produttiva indipendente, separata dai big occidentali e dunque al riparo dai venti di guerra economico-finanziaria (e con Biden non sembra che la situazione possa cambiare più di tanto). Dall’altra parte dell’Oceano Pacifico, però, si vuole rispondere con le stesse armi: c’è un piano strategico (quinquennale, guarda un po’) che – se approvato – prevederebbe ingenti investimenti (si parla di 100 miliardi di dollari da qui al 2025) per lo sviluppo di tecnologie avanzate, di intelligenza artificiale e di sistemi produttivi all’avanguardia. In sintesi, pressoché gli stessi ambiti in cui la Cina intende primeggiare per potenziare il suo ruolo militare, commerciale e digitale:


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Di admin