Le compagnie aeree hanno fretta di ripartire. Forse sarebbe più corretto dire che hanno urgenza: l’intera industria è in ginocchio, i numeri parlano chiaro, e il rischio è che molte aziende restino a terra – vedasi caso di FlyBe quando il coronavirus era ancora una “semplice” epidemia.
Sono tanti i progetti portati avanti per cercare di tornare a volare, e soprattutto per ri-attirare i passeggeri non costringendoli alla quarantena una volta arrivati a destinazione: Emirates, ad esempio, ha introdotto funzioni touchless all’interno degli aeroporti per minimizzare i contatti con le superfici dei banchi check-in, delle biglietterie e del drop-off dei bagagli. Questo ovviamente non basta, e la IATA – International Air Transport Association – ha annunciato l’imminente arrivo di una importante novità: il passaporto Covid-19.
A differenza delle sperimentazioni singole eseguite da alcune compagnie aeree (v. Qantas, che richiede un documento che attesti la vaccinazione per poter volare sui suoi mezzi), l’iniziativa di IATA sarà diffusa in tutto il mondo, uniformando le regole per poter viaggiare (in sicurezza). Insomma, per tornare a volare serve sapere che non si sta diffondendo il virus, e serve che le documentazioni fornite al check-in e ai controlli di sicurezza siano uniformi e standardizzate: ecco allora IATA Travel Pass, definita come