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L’eventuale fusione tra TIM e Open Fiber è teoricamente compatibile con i regolamenti europei, poiché l’Antitrust “non preclude verticale integrazione in quanto tale“. Così si è espressa ieri la Commissaria europea per l’agenda digitale Margrethe Vestager, rispondendo a un’interrogazione del parlamentare europeo Antonius Manders (PPE).

La questione di fondo è che l’articolo 80 della codice europeo delle comunicazioni elettroniche (EECC) prevede “alcune forme di franchigia regolamentare per le imprese con significativo potere di mercato attivo solo sul mercato all’ingrosso“, ma appunto non ne vieta l’integrazione verticale. Ovviamente in base alle dimensioni scatta una valutazione antitrust e quindi sulle concentrazioni.

La sintesi è che in teoria una fusione è sempre possibile, ma poi bisogna analizzare i numeri e in caso di criticità stabilire dei paletti per favorire la concorrenza. Fa sorridere come molti stanno accogliendo le affermazioni di Margrethe Vestager, confondendo il senso delle sue parole. Tanto più che la Commissaria ha ricordato che “i negoziati riguardanti un’eventuale fusione di TIM e Open Fiber sono ancora in corso” e tuttora la Commissione UE non ha ricevuto alcuna notifica dell’operazione. Secondo le stime la prima comunicazione a Bruxelles dovrebbe avvenire dopo marzo, a poca distanza dalla nascita di FiberCop. Dopodiché il dialogo fra le parti dovrebbe portare a un responso finale entro la fine del 2022.


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Di admin