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Dopo 17 anni, a partire dal prossimo campionato, Sky potrebbe non essere più la casa della Serie A: per le abitudini dei tifosi italiani, si tratterebbe di uno scossone storico. Le trattative private hanno infatti confermato il vantaggio di Dazn, con una forbice importante: si parla di 840 milioni contro i 750 proposti da Sky. Quasi 100 milioni di scarto. Già da metà gennaio, d’altra parte, attorno al massimo campionato tirava aria di cambiamento, con le voci di un interessamento di Amazon che si sono rivelate fondate.

Alla fine però il colosso di Bezos si è sfilato dalle trattative (ricordiamo però che ha già messo le mani sulla Champions League anche in Italia), dal momento che era interessato ad un pacchetto di partite troppo limitato per i margini di tolleranza della Lega Serie A, che vuole evitare di frammentare l’offerta su troppe piattaforme (anche se Amazon potrebbe rientrare in gioco in un secondo momento, dal momento che nulla vieta a chi acquista i pacchetti di trattare poi con soggetti terzi).

Dazn aveva presentato un’offerta superiore a quella di Sky già nelle prima fase delle trattative, ma era ancora possibile un contro-sorpasso, che tuttavia non è avvenuto. La Lega Serie A comunque ha deciso di riservarsi ancora qualche giorno di riflessione prima di formalizzare qualsiasi accordo, rimandando la decisione definitiva all’11 febbraio. Nello specifico, gli 840 milioni offerti da Dazn sono così suddivisi: 740 per 7 partite a giornata su ogni piattaforma (e cioè per il “pacchetto 1”) e 100 milioni per le rimanenti 3 solo in streaming (“pacchetto 3). La formula non violerebbe la “no single buyer rule”, ovvero quella norma che impedisce ad un singolo operatore di possedere i diritti esclusivi per tutte le partite, per via dell’offerta di Sky di 70 milioni per il “pacchetto 2”, ovvero 3 partite su ogni piattaforma.


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Di admin