CONDIVIDI:

Si riaccende la discussione sulla tassazione dei servizi digitali forniti dai colossi tech statunitensi, e in questo specifico caso viene tirata in ballo direttamente anche l’Italia. É l’Office of the US Trade Representative a puntare il dito non solo sul nostro Paese, ma anche su India e Turchia, anch’esse ritenute responsabili di adottare politiche discriminatorie e applicare sistemi di tassazione incoerenti con i principi fiscali internazionali.

Si riaccende così la diatriba che vede sfidarsi da una parte chi ha applicato sistemi di tassazione ad hoc verso le società che operano sul web, dall’altra chi si difende passando al contrattacco, minacciando i Paesi coinvolti con ritorsioni commerciali. Per il momento l’USTR si è limitato ad osservare la situazione senza prendere decisioni, ma l’impressione generalizzata è che ci si stia muovendo sul filo del rasoio. Così vengono definite le tasse digitali imposte da Italia, India e Turchia:

irragionevoli e incoerenti con i principi della tassazione internazionale, anche a causa della sua applicazione alle entrate piuttosto che al reddito, all’applicazione extra-territoriale e alla mancanza di certezza fiscale.


CLICCA QUI PER CONTINUARE A LEGGERE

Di admin