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Il 2020 ha rappresentato un netto punto di svolta per l’industria dei computer; dopo decadi di dominio delle piattaforme x86, Apple ha effettivamente posto le basi per dare il via alla transizione verso soluzioni ARM anche nel mercato consumer, grazie al successo del suo Apple Silicon M1.

Sia chiaro, la casa di Cupertino non è stata la prima ad esplorare questa strada; Microsoft stessa ha intensificato gli sforzi in questa direzione già dal 2017 dopo il fallimento di Windows RT di qualche anno prima, arrivando a portare in commercio le prime soluzioni basate su SoC Snapdragon 835 nel 2018 e creando la nuova linea Surface Pro X dotata di chipset Microsoft SQ1 e SQ2, variante dello Snapdragon CX8 di Qualcomm.

Insomma, l’interesse di Microsoft verso il mondo ARM non è certo dettato dallo spirito d’emulazione nei confronti di Apple, tuttavia è chiaro come la casa di Redmond non sia mai riuscita ad andare oltre la creazione di una nicchia di prodotti parallela a quelli tradizionali, senza ottenere alcun riscontro importante da parte del pubblico. Sotto questo aspetto Apple ha fatto di meglio, presentandosi all’appuntamento con tre soluzioni hardware già perfettamente funzionanti e in grado di garantire la medesima esperienza d’uso rispetto alle proposte precedenti, dando il via ad una transizione quasi invisibile per l’utente (quasi, non del tutto).


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Di admin