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Ridurre i contributi per l’uso delle frequenze licenziate consentirebbe ai piccoli e medi operatori TLC di abbattere i costi dell’uso dei ponti radio, incrementare le prestazioni dei servizi di connettività e ridurre le tariffe. È questo l’obiettivo di un emendamento (101-bis) alla Legge di Bilancio proposto dal deputato Michele Gubitosa (M5S). “Speriamo che le forze politiche siano pronte ad appoggiare questo emendamento che ha già incontrato il favore non solo degli operatori, ma anche di authority, come AGCOM“, ha dichiarato Dino Bortolotto, presidente dell’associazione dei provider indipendenti Assoprovider. “Si tratta di una misura necessaria, ancora più oggi, in un momento delicato del Paese che ha bisogno, sia lato aziende che privati, di più digitalizzazione“.

A ottobre, nella lettera inviata da Assoprovider al Ministro dello Sviluppo Economico, Stefano Patuanelli, si anticipava che uno sconto del 75% sull’uso delle frequenze non avrebbe intaccato il gettito considerando il conseguente aumento di utilizzo. Oggi queste frequenze sono ampiamente disponibili e inutilizzate: si parla di meno del 2% del totale.

IL NODO CENTRALE

Le frequenze licenziate sono chiave per le trasmissioni punto-punto dei ponti radio che in alcuni casi sono a monte di servizi residenziali fissi e fixed wireless (1Gbps la velocità record 5G di TIM). Un loro maggiore impiego consentirebbe in poche settimane di raddoppiare e quasi a decuplicare la “banda disponibile sulle dorsali dei provider Internet“.


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Di admin