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Lo smart working continua a rappresentare per molte aziende italiane la soluzione per continuare a restare operativi nonostante l’emergenza sanitaria. Il massiccio ricorso alla lavoro agile e la possibilità di svolgere da casa le attività lavorative ha comunque fatto emergere delle criticità dal sistema, primo tra tutti i problemi di connettività a banda larga e ultra larga che uffici e dipendenti devono affrontare – sia in sede, sia in ufficio. Fornisce utili dati al riguardo il rapporto di Opinium Research condiviso da Corriere Comunicazioni.

Secondo la fonte, durante sin dall’inizio della pandemia 7 impiegati italiani su 10 (il 71%) hanno lavorato da casa, ma solo il 21% di loro lo hanno fatto senza mai tornare in ufficio. Un’attività di lavoro mista, quindi, che ha combinato sessioni da remoto ad altre svolte in sede, e che ha fatto emergere sia in un caso, sia nell’altro problemi legati in primo luogo alla possibilità di disporre di una connessione alla rete veloce e affidabile, senza la quale attività come le videoconferenze e l’utilizzo di piattaforme digitali diventano molto complicate.

LE CRITICITÀ

In sintesi, in Italia ci sono ancora importanti passi da fare per adeguare un’organizzazione aziendale evidentemente ancorata ad un vecchio modello di lavoro. A questo si aggiungono problematiche che riguardano un’utenza più vasta, considerata l’attuale diffusione della banda larga e delle connessioni in fibra (la fibra c’è, ad esempio, ma gli italiani non si abbonano). Gli aspetti più salienti dello studio possono essere così sintetizzati.


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Di admin