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Ajit Pai darà le proprie dimissioni da capo della FCC, ovvero la Federal Communications Commission, l’equivalente della nostra AGCOM. Le sue dimissioni saranno effettive il 20 gennaio, il giorno in cui il presidente eletto Joe Biden si insedierà alla Casa Bianca e il suo mandato inizierà formalmente.

Se siete incappati su questo nome in questi anni passati girovagando in Rete è probabile che sia stato descritto come una sorta di Darth Vader (o peggio, un Palpatine) delle telecomunicazioni, con tonnellate di meme decisamente poco edificanti in circolazione sul suo conto. Il motivo è semplice: Pai, assunto dall’amministrazione del presidente uscente Donald Trump, è responsabile della soppressione della cosiddetta Net Neutrality, ovvero il principio per cui tutti i provider di accesso internet devono trattare ogni connessione alla rete ugualmente, aprendo le porte a possibili scenari di discriminazione per prezzo, utente, tipo di contenuto, indirizzo di origine, equipaggiamento e molto altro ancora. La Net Neutrality è ufficialmente morta da un paio di anni negli USA, ma è giusto osservare che finora non sono emersi casi eclatanti di abusi e soprusi da parte di operatori o enti governativi. Naturalmente, il problema è che potrebbero verificarsi, visto che non ci sono più regole che lo impediscano.

A onor del vero, Ajit Pai ha anche fatto cose positive nel suo mandato: si è impegnato per ridurre il digital divide nelle aree rurali, ha lavorato per la diffusione del 5G e ha cercato di rendere le comunicazioni della sua agenzia più trasparente. Pai è comunque rimasto chiaramente legato a Trump per tutto il suo mandato, e nell’ultimo periodo aveva annunciato di voler rivedere la cosiddetta “Sezione 230”, legge che stabilisce che le aziende che operano su internet non sono responsabili delle azioni dei loro utenti. Questo avveniva poco dopo che Trump firmava un ordine esecutivo a riguardo, arrabbiato perché Twitter gli oscurava o censurava alcuni post contenenti informazioni ritenute false e fuorvianti.


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Di admin