I sistemi di sicurezza basati sul riconoscimento facciale continuano a destare forti preoccupazioni, sia perché la tecnologia basata sull’intelligenza artificiale fa passi avanti ma non è ancora matura – QUI una dimostrazione piuttosto simpatica, QUI una che lo è molto meno -, sia perché come tutti i sistemi informatici possono essere violati compromettendo dati sensibili. Mentre l’Europa ha deciso di prendere tempo, almeno sino a quando non ci sarà un quadro normativo chiaro, altrove i sistemi basati sul riconoscimento del volto sono già impiegati. Il caso registrato in uno di questi Paesi dimostra a quali rischi uno Stato può andare incontro se sceglie di affidarsi a questo genere di soluzioni per la sicurezza.
Per monitorare la città, le forze di Polizia di Mosca usano un sistema di monitoraggio con riconoscimento del volto: Anna Kuznetsova, un’attivista per i diritti umani, è stata in grado di acquistare informazioni ricavate dal sistema di sorveglianza pagandole solo 16.000 rubli (circa 180 euro al cambio). L’incontro tra domanda e offerta è avvenuto non in un angolo remoto del Dark Web, ma tramite un semplice annuncio pubblicato su Telegram. Basta pagare la cifra, inviare una foto della persona che si vuole spiare e attendere. Così ha fatto la Kuznetsova: due giorni dopo aver mandato una sua foto e trasferito la somma, ha ricevuto resoconto con i dettagli degli spostamenti che aveva effettuato nel mese precedente. Le 79 foto sembrano essere state ricavate proprio dal servizio di sorveglianza cittadino.
Quanto descritto è però solo un pezzo della storia: il resto riguarda chi si nasconde dietro all’annuncio che viaggia sulla nota app di messaggistica. Soggetti che fanno parte del sistema o hacker che riescono ad infiltrarsi nella rete di sorveglianza e a rivendere le informazioni? A questi interrogativi stava cercando di rispondere l’azione dell’attivista che deve essere inquadrata in un più ampio sforzo di indagine portato avanti per stabilire quale sia la causa di questa illegittima e inquietante fuga di informazioni riservate. Ekaterina Abashina, avvocato della Kuznetsova, sintetizza in maniera esemplare i rischi: